Nel n.236 di Frigidaire, in edicola fino alla seconda metà di settembre, abbiamo tradotto ed inserito sotto forma di dossier monotematico il documento completo della Global Commission on Drugs dell’ONU. Il testo è firmato da 19 nomi prestigiosi, capi di stato, premi nobel, scienziati, giuristi ecc. che, dopo aver studiato a fondo la questione, chiedono senza mezzi termini la fine del proibizionismo e la legalizzazione di tutte le sostanze oggi catalogate come droghe. La guerra alle droghe dichiarata una cinquantina di anni fa dagli Stati Uniti e alla quale hanno aderito tutti i paesi del mondo ha infatti prodotto l’aumento esponenziale del consumo e la formazione di cartelli miliardari del narcotraffico internazionale che hanno ormai un peso enorme nell’economia e nella politica internazionale. Oggi le mafie possono contare su un mercato di oltre 250 milioni di consumatori, lasciato al loro totale monopolio da una politica proibizionista che continua a provocare vittime, malattie, persecuzioni insensate, violazione dei diritti umani ovunque. Queste cose la Commissione dell’ONU le dice in modo chiaro, ampio e inequivocabile (vedi l'inserto dossier al centro del n.236 di Frigidaire), ma nessun governo sembra nemmeno averle lette. In altre parole i Giovanardi dei vari paesi, gli organi esecutivi e le assemblee legislative continuano sulla vecchia strada delle proibizioni e delle persecuzioni, incuranti del proprio fallimento.
Non si parla dello scandalo del mercato nero delle droghe, mentre si straparla dei tagli miliardari ai redditi della povera gente. Come i loro colleghi “legali” anche i grandi narcotrafficanti illegali sembrano ormai far parte della casta degli intoccabili della società del denaro e del capitale.
D'altra parte il sistema attuale è fondato su un governo della cosa pubblica totalmente sottomesso a interessi privati e soprattutto al principio dell’accumulazione infinita di profitto.
Così quando qualcuno si impadronisce di miliardi di euro giocando al ribasso in borsa, si dice che quei miliardi sono stati “bruciati” mentre in realtà sono stati rubati ai risparmiatori onesti. E quando i governi dei paesi ricchi scatenano guerre assurde come in Afghanistan e Irak, i miliardi di dollari spesi in armamenti diventano un debito pubblico e lo devono pagare i più poveri con le famose politiche del “rigore”. Insomma si tagliano le pensioni e si comprano bombardieri a spese nostre. Ma se si propone di colpire almeno le mafie e il loro monopolio sulle droghe, i governi fanno finta di non sentire. Bravi, non c’è che dire, ma solo a condurre il mondo verso un futuro catastrofico. Li fermeremo in tempo? Boh! Intanto leggete Frigidaire attualmente in edicola. Potrete almeno conoscere le notizie di cui il potere non vuole neanche sentir parlare.
Nell'immagine: una striscia di Fabrizio Fabbri pubblicata sul numero 236 di Frigidaire
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