L'Italia, lo vado dicendo da un bel po’, è ormai un paese definitivamente post-democratico. Forse democratico pienamente non è mai stato, ma da quando è diventato prima maggioritario e poi neoproporzionale abolendo per sovrammercato ogni possibilità di esprimere le preferenze, questo carattere post-democratico è diventato palese.
Ormai (lo dicono tutti, ma nessuno fa nulla) il Parlamento non è espressione più di niente, nemmeno di una parvenza di volontà popolare. Tutti i parlamentari sono stati designati dai loro capi, secondo i principi del servilismo, dell’allineamento al volere dei leaders, della “fedeltà” ai boss.
Ma il paradosso di questa post-democrazia, ancora peggiore di quell’orrendo regime partitocratico che non a caso l’ha inventata, è che poi i famosi “servi”, una volta arrivati in Parlamento grazie alle scelte insindacabili dei rispettivi capi, fanno carriera per fatti loro e badano solo al soldo…
Il recente caso del presidente della commissione vigilanza, designato senatore da Veltroni per accontentare D’Alema, poi scelto dal centro destra per fare lo sgambetto a Veltroni stesso, infine al servizio di se stesso, è solo l’ultimo esempio di una degenerazione puteolente della politica, ridotta a territorio di caccia per arraffoni e scalatori di poltrone e prebende.
Ormai davvero i politici sono diventati una “casta” nel senso proprio del termine. Una specie di corporazione al servizio di se stessa. Deputati, senatori e portaborse guadagnano più del presidente degli Stati Uniti, ma non se ne vergognano e continuano ad autoconcedersi altri privilegi, offensivi per chiunque sia costretto a lavorare per vivere. Come (per una volta) dice giusto quel cretino di Paolo Guzzanti la nostra non è più una “democrazia”, ma una “mignottocrazia”… uno schifo.
Direte voi: ma i fumetti che c’entrano? Infatti sembra che non c’entrino affatto, ma questo è il guaio. Vuol dire che anche i fumetti, un tempo non solo strumenti e mezzi d’evasione, ma anche di denuncia e di lotta, si sono ridotti al puro “cazzeggio”.
Sono stato a Lucca, la fiera famosa, ed ho avuto la netta sensazione di quanto sia misero il “ghetto” nel quale si è chiuso il fumetto. Giovani anche bravi aspirano solo a vedersi scelti dai boss del settore, tutti impegnati a produrre… il niente, il vuoto, il puro “divertimento” senza senso.
Spesso anche i più “coraggiosi” tra i giovani si compiacciono di microfanzine che non rompono le scatole a nessuno per la loro dimensione microeditoriale. Insomma un disastro.
Ed anche molti dei nostri autori “classici” (non faccio nomi per affetto…) credono di essere ormai in carriera, o nel post-carriera, reduci “gloriosi” di una “stagione irripetibile”, ormai sciolti da ogni responsabilità di lotta.
Una vera tristezza…
Ma a me questa vergogna non sta bene.
Perciò se c’è qualcuno ancora vivo si faccia avanti.
Abbiamo fatto tanta strada con Frigidaire per trovarci poi in questa merda di regime e di fumetti? Spero proprio di no…
Vignetta di Giorgio Franzaroli.
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