“E allora? Ve ne andate? Dite la verità… siete di nuovo al verde!”
“Già, di nuovo al verde... Ma ci sono tragedie al mondo ben maggiori di questa.”
(da “Duello al sole” di King Vidor, con Gregory Peck e Jennifer Jones)
La strage che ha insanguinato la vecchia e cara Bombay (Mumbai), cui sono legati tanti ricordi di viaggi, sogni e avventure, non è l’ennesimo episodio di cronaca di un mondo sbagliato e crudele.
E’ un evento anche più grave del già terribile 11 settembre americano, il segno di una degenerazione atroce, forse irreversibile.
Ormai in ogni parte del mondo la religione si sta trasformando in terrorismo cieco e selvaggio. Alla follia jihadista di Bin Laden & C. si stanno sommando altre follie, si risvegliano antichi rancori e odii inestinguibili, in una specie di travolgente sinfonia d’orrore che non risparmia più nessuno.
Chissà se anche adesso i soliti “furboni” pseudomarxisti, innamorati delle più incredibili dietrologie, diranno che si tratta dell’ennesima montatura della Cia o del Mossad o dell’ultima pensata di George W. Bush… ma lasciamo andare gli sciocchi per la loro strada idiota.
Resta il fatto che alla base di questo crescendo di morte vi è dappertutto la religione, o, come usa dire, il fanatismo religioso.
E allora viene in mente l’antica definizione di Marx sulla religione “oppio dei popoli”. Come l’oppio anche la religione può infatti avere un doppio destino, un doppio ruolo. Può essere usato per attenuare il dolore della morte, per consolare gli esseri umani della loro finitezza, lasciandogli la speranza di un aldilà immenso che li accolga e li riscatti.
Ma può anche essere raffinato in eroina per sballare le menti e portarle alla follia.
La religione attuale, nonostante gli sforzi di tanti pacifici capi religiosi (cristiani, musulmani, ebrei, buddisti e induisti), sta pericolosamente deviando verso questo uso perverso e maledetto.
Invece di avvicinare gli uomini, rendendoli fratelli di un’unica specie, li allontana, crea abissi invalicabili fra loro, quasi che il riscatto umano dalla morte sia da ottenere con la morte dell’altro, sia esso cristiano, musulmano, ebreo, indù.
Perché avviene questa degenerazione, che ha origini antiche ma forme crudelmente modernissime?
Ecco, qui ritorna il problema sociale e il dramma di una società fondata sullo sfruttamento.
Il capitalismo si è esteso a livello planetario, coinvolgendo tutti i popoli e i paesi in un unico mercato, dove i forti schiacciano i deboli, i ricchi sbeffeggiano i poveri, l’infelicità si allarga insieme al consumo diseguale e irrazionale delle merci. E’ questa dimensione globale del sistema che scatena la guerra. Perché il mercato esalta la competizione, il conflitto, l’arroganza e la violenza. Nel XX secolo, tra una guerra e l’altra, tra un genocidio e l’altro, tutto il pianeta è stato capitalistizzato, le distanze si sono annullate, le crisi sono diventate universali.
Così mentre miliardi di persone fanno la fame, a Dubai si costruiscono alberghi a dodici stelle, alti quattro volte l’Empire State Building. Mentre i poveri si mettono in coda per una minestra calda, i Berluscones di tutto il pianeta banchettano con il sangue e i Briatores trafficano in armi e puttane.
E’ in questa profonda irrazionalità e violenza del sistema che va cercata anche la radice di quella deviazione religiosa che fa dell’antico “oppio” dei popoli, la moderna “eroina” del terrorismo sanguinario, senza pietà e senza onore.
Non ci libereremo del fanatismo “eroinico” se non ci liberiamo dei suoi raffinati trafficanti, i servi/padroni del capitalismo, se non riscopriremo la natura originaria dell’oppio, il valore umano e religioso dell’essere tutti umili proletari, semplici contadini nella vigna del Signore.
Vignetta di Ugo Delucchi.
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