La guerra della carta igienica
di Vincenzo Sparagna - 5-3-2017
In un'Italia sempre più egoista e stupida, c'è la guerra permanente della carta igienica. Ci si accapiglia su chi debba fornirla, si intrecciano complotti per ottenerne l'esclusiva per questo o quell'edificio pubblico, tribunali, ospedali, parlamento. E non solo ci si batte per la carta igienica, anche per la pulizia delle scale, la lucidatura dei vetri, la riparazione dei guasti idraulici, la tinteggiatura degli esterni e degli interni e mille altri servizi. A lottare l'un contro l'altro armati sono eserciti di avvocati e consulenti, esperti e mediatori, faccendieri e imprenditori d'assalto. Il bottino da conquistare sono i miliardi di euro degli appalti pubblici. Mentre le persone comuni faticano per poche centinaia di euro, fortune milionarie passano dallo Stato alle poche imprese private capaci di spuntarla in gare che si svolgono nell'oscurità di bandi e capitolati elaborati apposta per loro. Tutto il sistema della spesa pubblica, non solo quella per cessi e affini, segue lo stesso percorso tortuoso e irto di trabocchetti. Praticamente, non c'è un solo euro che lo Stato spenda direttamente, oltre quelli per i suoi dipendenti (circa 3 milioni) e i pensionati (circa 18 milioni). Il resto viene impiegato in finanziamenti a enti vari che li usano per acquisti e appalti a ditte e imprese private. Ed è qui che si scatena la guerra. Per assicurarsi le mille fette della immensa torta si svolge ogni giorno una sfida senza esclusione di colpi. Corruzione di funzionari, sostegno a politici amici, offerte al ribasso per ricavare profitti dalla scarsa qualità e/o dallo sfruttamento selvaggio del lavoro e dei subappalti, tutto è lecito per impadronirsi in esclusiva, o dividersi in cordata, il denaro pubblico. Ogni tanto uno scandalo, come l'ultimo che ha portato in galera (c'è da giurare per poco tempo...) il megaboss napoletano Alfredo Romeo (oltre duecento milioni di fatturato), svela il dietro le quinte di questa competizione segreta, portando in primo piano (a torto o a ragione) nomi e cognomi più o meno noti, Marroni, Lotti, Del Sette, Saltalamacchia, Russo, Renzi senior, Bocchino, Verdini ecc., oppure del tutto ignoti a noi semplici mortali, come il reo confesso funzionario Consip (Concessionaria Servizi Informativi Pubblici) Marco Gasparri, assoldato fin dal 2012 da Romeo al modico prezzo di 5 mila euro mensili. Sono come lampi in una notte buia, perché, passata la tempesta, lo squarcio di luce si spegne e nomi, fatti e misfatti vengono dimenticati. Per parafrasare la celebre battuta di Humphrey Bogart: "è il capitalismo bellezza!", ovvero l'inferno sociale nel quale la civiltà affonda sempre più come in un mostruoso gorgo, trasformando gli umani in belve accecate dalla sete di denaro.
Vignetta di Giuliano, storico disegnatore di FRIGIDAIRE, IL MALE e IL NUOVO MALE.
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