Parodia e verità del Maivismo
di Vincenzo Sparagna - 14-11-2013
Dal 15 novembre al 15 dicembre è in programma al CAOS (Centro Arti Opifici Siri) di Terni, un moderno complesso di sale e spazi dedicati all’arte, l'esposizione “L’Arte Maivista di Frigidaire 1980-2013. Mostra vivente della Repubblica di Frigolandia”, un’ampia selezione di immagini, grafiche e visioni della rivista apparse nei suoi 33 anni di attività.
Il Maivismo è il movimento immaginario inventato da Andrea Pazienza e da me nel 1985 sulle pagine di Frìzzer (una delle molte riviste generate da Frigidaire, come Tempi Supplementari, Vomito, Il Lunedì della Repubblica, la Piccola Unità e attualmente Il Nuovo Male).
Lo spunto iniziale furono alcuni commenti di Pazienza inseriti come voci fuori campo nei miei disegni, ma presto Il Maivismo divenne, con l’elaborazione comune di un Manifesto e di altri testi fondativi, una etichetta surreale per definire tutta la ricerca estetica e formale di Frigidaire. Naturalmente si tratta di una categoria sarcastica, parodia degli “ismi” novecenteschi, beffarda presa in giro dei critici-spacciatori capaci di vendere a peso d’oro perfino la merda o i pisciatoi. Ma sotto questa scorza ironica e leggera vi è anche una riflessione più profonda sul senso dell’arte, che, come dicevamo noi, o è maivista o non è. Cosa rende infatti una pittura, un oggetto, una fotografia, un film, una musica un’opera d’arte? È la sua capacità di rivelarci sempre qualcosa di nuovo, di comunicare emozioni e intelligenza attraverso il tempo e lo spazio. Come osservava già Karl Marx, il vero mistero dell’estetica è che l’arte greca ci comunica ancora emozioni, pur essendo cambiate tutte le condizioni sociali e storiche in cui fu concepita. Ecco allora che ci sono opere che vediamo per la prima volta, ma che non ci dicono niente, mentre altre, pur viste mille volte, ci svelano sempre nuovi particolari e suggestioni. Questa caratteristica a/storica dell’arte, questo tratto misterioso della bellezza, è tanto più importante da cogliere in un’epoca come la nostra, bombardata da immagini e parole infinitamente riproducibili, spesso prigioniere di merci che le usano per sembrare necessarie, anche se sono inutili o dannose. Il Maivismo è dunque l’allegra e scanzonata rivendicazione della libertà dell’arte dal mercato, il riconoscimento gioioso della qualità fondamentale di ogni scelta estetica che non sia schiava del profitto, ma si ispiri alla ricerca del Sacro Graal del buon gusto, oltre l’orrore estetico e morale del capitalismo.
Nell'immagine: "Il Maivismo!!", di Vincenzo Sparagna e Andrea Pazienza, pubblicata su FRÌZZER n.1, marzo 1985.
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