C'era una volta l'Italia...
di Vincenzo Sparagna - 22-6-2015
C'era una volta l'Italia... L'avevano creata i grandi poeti, le minoranze illuminate del Risorgimento, il coraggio dei partigiani nella Resistenza, un'élite di dirigenti cresciuta nel carcere o in esilio, ma capace infine di scacciare dal trono i Savoia e fondare una Repubblica democratica. Ora quel paese non esiste più. L'hanno distrutto imprenditori parassiti, parlamentari interessati solo al conto in banca e a miserabili carriere, menefreghisti distribuiti in tutti i partiti e gli strati sociali, uno Stato avvilito da un regionalismo che ha prodotto una ventina di inutili staterelli. Basti dire che nelle ultime elezioni si è votato in sette regioni con sette leggi elettorali diverse!!!
La cosa più inquietante è che questo disfacimento dell'Italia non ha coinciso con una crescita dell'Europa, ma con una progressiva dissoluzione europea. Così all'egoismo localistico ed affaristico delle 20 regioni italiane si somma quello dei 28 stati dell'Unione. Non si sa da dove si potrebbe ri/cominciare. La corruzione inquina i partiti, l'egoismo e l'avidità trionfano in tutti gli strati sociali e, indifferente alla dissoluzione della Repubblica, nessun partito pensa di abolire le corrotte regioni, anzi il futuro senato si dovrebbe basare addirittura su di esse.
Nemmeno l'ultimo megascandalo di Mafia Capitale pare scuotere questa corsa verso la dissoluzione. Intorno agli imbrogli appena scoperti si è aperto il solito balletto che vede da un lato i delinquenti invocare il famoso garantismo (che, visti i tempi dei processi e delle prescrizioni, garantisce quasi sempre l'impunità), dall'altro i capibastone dei partiti - nessuno escluso - cercano di usare gli arresti per cacciare il primo sindaco romano onesto dopo decenni e cominciare nuove miserabili campagne elettorali per ri/spartirsi il potere. Purtroppo la corruzione, come ammonisce inutilmente Papa Francesco, è un "peccato" diffuso in alto e in basso, una malattia che affligge elettori ed eletti, anche se in modi e forme molto diverse. Nessuno lo dice, ma gli stessi imbrogli di Mafia Capitale avvengono a livello locale, nei piccoli paesi, nelle medie città, nelle province. Ovunque la pratica degli appalti agli amici e degli affari conseguenti prevale su ogni logica, cancella il buonsenso, avvelena il territorio. Il tutto affogato in una irritante retorica sulla difesa della cultura o del buon cibo... di cui a questi banditi importa proprio niente (ne sappiamo qualcosa noi di Frigolandia, perseguitati da una Giunta Comunale locale sedicente "democratica" che pare odiare la cultura e aver fame solo di cemento). Poi ci si meraviglia che oltre la metà degli elettori disertino le urne... povera Italia nostra, che c'era una volta e forse non vedremo mai più.
Vignetta di Giuliano, pubblicata su IL NUOVO MALE n.16 (novembre 2013).
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