Terrorismo e cretinismo
di Vincenzo Sparagna - 6-12-2015
Da quando il terrorismo islamico ha invaso l'immaginario collettivo con le sue azioni clamorose, sui social e in TV imperversa una singolare variante dell'analisi politica che possiamo definire tranquillamente "cretinismo".
Il cretinismo si divide in tre sottogruppi: il cretinismo cattivista, il cretinismo buonista e il cretinismo complottista. Vediamoli brevemente nel dettaglio.
Il cretinismo "cattivista", diffusissimo a destra, si basa sul falso sillogismo per cui, essendo gli attuali terroristi degli islamici, tutti gli islamici sono (che lo confessino o no) contigui ai terroristi. Dunque per i "cattivisti" bisogna combattere i musulmani in quanto tali, con tutte le conseguenze di una simile idea, che di fatto rilancia, come nel rovescio di uno specchio, la stessa ideologia terrorista dello scontro di civiltà.
Il cretinismo "buonista", radicato a sinistra e tra molti pacifisti della domenica, è invece convinto che l'attuale terrorismo sia causato da ragioni più sociali che religiose, anzi per molti buonisti l'Islam non va neppure citato per non cadere nella vituperata islamofobia. La jihad sarebbe solo la manifestazione estrema di una ribellione contro le mille ingiustizie subite dagli islamici, oppressi dal colonialismo, sfruttati dall'imperialismo, marginalizzati in brutte periferie dal consumismo.
Vi sono infine i "complottisti". Per costoro il mondo è un immenso complotto: quello che sembra non è, quello che è non si vede. Per i complottisti i terroristi non sono neppure islamici, ma agenti della Cia o del Mossad, Al Qaeda non ha mai attaccato le Torri di New York, Al Baghdadi è un ebreo truccato da califfo e così via.
Difendersi dai cretinismi non è facile. Se attacchi i buonisti passi per un fanatico della Fallaci, se respingi l'allarmismo cattivista vieni bollato come filoislamico, se ridicolizzi le fantasie dei complottisti sei sospettato di essere l'agente di chissà quale nuovo complotto. Il paradosso è che ciascun cretinismo ha qualche fondamento reale. Così è chiaro che c'è una relazione tra il Corano e la jihad, come è evidente che il contraccolpo psicologico delle recenti guerre in oriente e il disagio di tanti giovani musulmani in occidente è un brodo di coltura prezioso per il terrorismo jihadista. E veri complotti, oltre quelli immaginati dai complottisti, hanno accompagnato la crescita del radicalismo sunnita, vedi le oscure trame turche e saudite, le scelte schizofreniche e talvolta omicide dei presidenti Usa, le mire espansionistiche dell'Iran, il revanscismo russo ecc.
L'unica via per non lasciarsi irretire nel cretinismo è allora ragionare con la propria testa, senza cadere nell'eurocentrismo ideologico, ma nemmeno cedere al grottesco relativismo culturale che vorrebbe far convivere pacificamente la lapidazione delle adultere con i diritti della persona, la pornografia con il velo integrale, la pena di morte per i gay con le unioni civili, la pace sognata con la guerra reale in atto.
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